VITERBO – Il problema viterbese racchiuso in una fontana: la Sfera del Murialdo e il suo tragico rapporto con i “bulli” di quartiere.
La storia della fontana
La fontana, opera di Claudio Capotondi, è da sempre un simbolo del quartiere e racconta una storia fatta di abbandono e rinascite. Dopo anni di incuria, degrado e imbrattamenti, lo scorso maggio l’amministrazione Frontini aveva restituito dignità a questo luogo con un intervento volto non solo al restauro “estetico”, ma alla riaccensione di un senso di “appartenenza”. L’acqua era tornata a zampillare, le luci a illuminare la sfera.
Eppure, nel giro di poche settimane, le vecchie abitudini erano tornate. Gruppi di ragazzi hanno ripreso a sedersi sulla fontana, lasciando rifiuti ovunque. Bottiglie, plastica, tappi: il degrado aveva ripreso il sopravvento. Ma la testimonianza dell’amore e dell’attenzione dei residenti non è tardata ad arrivare; già a fine giugno – nemmeno un mese dopo il restauro – i volontari di Viterbo Clean Up, insieme ai ragazzi del Grest del Murialdo, erano intervenuti per ripulire nuovamente l’area.
Il ritorno al degrado
Eppure, nonostante questi sforzi, la situazione è tornata al punto di partenza. Oggi, plastica, bottiglie di vetro, tappi e rifiuti vari si accumulano ancora una volta intorno la fontana, come se nulla fosse stato fatto. È evidente che non basta restaurare o pulire un luogo per restituirgli dignità. Serve la cura costante e quotidiana di chi lo vive. E forse, a Viterbo, più che opere e manutenzione, manca, o che è troppo fragile, il senso di appartenenza.